Perchè la canapa

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L’enorme potenziale di questa pianta, che ne fa un’importante risorsa, potrebbe essere occasione di sviluppo per il territorio bellunese e per le imprese in vari settori.

Nel 2012, grazie alla collaborazione per la raccolta di testimonianze locali per il libro “Varot - una stoffa fatta di stoffe”, ho potuto comprendere l’importanza culturale della canapa. Questa esperienza oltre che arricchire le mie conoscenze e l'interesse per la pianta, mi ha  reso consapevole sul fatto che il recupero di questa coltura è al giorno d'oggi una questione di buon senso; così è scattato il desiderio di iniziare una coltivazione vera e propria di canapa e un percorso di sensibilizzazione a livello locale.

La canapa, in Italia, ma anche nel territorio pontalpino, ha una tradizione secolare, ma il suo recupero è importante anche dal puanto di vista economico. Tutti i componenti della pianta (dallo stelo, al fiore e ai semi) possono essere oggetto di un impiego e quindi implementare l’avvio e lo sviluppo di molte imprese nei vari settori. Gli usi della canapa sono numerosissimi, dalla lavorazione del tessuto, all’estrazione dell’olio e della farina, produzione di carta di ottima qualità, bioplastica, medicinali, bioedilizia, energia ecc. Sono stati contati 30.000 utilizzi diversi.

Inoltre si tratta di un’importante coltura da rotazione, che non necessita di diserbanti e aumenta la fertilità dei suoli. In questo periodo di crisi economica potrebbe dare un valido aiuto per ridurre l’impatto ambientale degli attuali sistemi produttivi, oltre che alla nascita di nuovi posti di lavoro. Potrebbe divenire il simbolo di uno stile di vita (e di sviluppo economico) rispettoso dell'ambiente, il quale in passato era il fondamento della vita dell'Italia contadina e che poi è stato oscurato per lasciare spazio ad un sistema di sviluppo basato sul consumismo.

La storia della canapa e la sua proibizione aprono quindi la discussione sulla questione ambientale e, in un certo senso, ci spingono a ragionare su come si sia generata la situazione di crisi che oggi viviamo e a trovare nuove soluzioni.

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Diversi fattori mi hanno spinto ad iniziare questa coltivazione: certamente hanno influito i miei studi sulle scienze ambientali e anche il percorso di tesi di laurea specialistica che ha esaminato l’importanza della partecipazione dei cittadini nella politica ambientale, riconosciuta in vari accordi internazionali quale il principio cardine dello sviluppo sostenibile.